ON ATTEND...

Piccolo Godot
da camera

Il lavoro nasce e si sviluppa attorno al testo “En attendant Godot” di Samuel Beckett: da qui l’ispirazione, l’analisi, e la voluta trasfigurazione dei temi centrali. Attraverso una ricerca del significato più intrinseco, i coreografi hanno scelto una forma di presentazione in quadri, dando una visione personale dei temi trattati da Beckett, pur lasciando ampia libertà interpretativa sia ai danzatori che al pubblico.
L’emblematico albero di Beckett è scenograficamente rappresentato a testa in giù, dipinto su teli di carta, sospesi a pioggia sui danzatori, dando un senso  di fragilità  alla  scena. Attendere, abitare il tempo, stare…
Un’agorà, un luogo  di  passaggio,  attraversamento,  incontro,  scontro,  rituali,  codici  di  comunicazione. Senza certezze, senza risposte, ci si  muove  sospesi  in  un  luogo  dove  il  confine  tra  sottostare  e  imporre sfuma,  dove  si  accoglie  l’errore,  dove  si  accetta  di  incarnare  un’umanità  sgonfia.
L’attesa è densa di  domande  e  vuota  di  risposte. Un albero consola,  protegge,  sta….  dentro, ma  anche  fuori  dal  tempo.

Questi i temi analizzati, e resi poi contenitori coreografici:
AGORÀ: Individui comuni. Un luogo comune. Il paradosso per cui, per essere davvero uomo, bisogna essere un po’ di più e un po’ di meno che uomo. La necessità di dare delle risposte ai numerosi interrogativi che turbano l’animo umano. Luogo di convergenza, di dialogo, di ascolto…siamo qui, ognuno nella sua forma di attesa.
MANIPOLAZIONE: ogni vicinanza è una conquista o un rischio. Come in un branco emergono caratteri, ruoli, scontri, legami, in una dolce altalena tra dominio e sottomissione, tra vittima e carnefice. Ciascuno è l’altro e nessuno sé stesso.
ATTESA: Si attende sempre che arrivi qualcosa, in quel tempo inteso come dimensione esterna, in cui si colloca tutto quello che accade, che, forse, arriverà. Ma il tempo, al di fuori di noi, non esiste. Nell’attesa si consuma la vera vita, pregna di quell’interiorità di cui l’uomo ha bisogno per cogliersi.
SACRO:Qui si rivela il concetto di sopravvivenza… chi non rimane ucciso, trova speranza immergendosi in ciò che comunemente chiamiamo fede.

Produzione Iuvenis Danza 2017
Regia: Greta Bragantini
Coreografie: Marco Bissoli, Greta Bragantini, Eleonora Tassara, Giovanna Venturini
Durata: 60 minuti circa
La produzione prevede 6 danzatori.

GALLERIA:
 
Ph. Luca Sacchetto